Torino è sempre stata una città che, per tradizione, ha “sfornato” artisti dance, dj e dischi di successo, che hanno poi conquistato le classifiche di tutto il mondo. Non fa eccezione un duo che da anni fa ballare e parlare di sé, sia per il look che per la musica, soprattutto sotto forma di mashup. Così tanto bravi da attirare l’attenzione di David Guetta, con cui hanno curato, ad esempio, il remix di “Don’t You Worry” per i Black Eyed Peas. Ho fatto quattro chiacchiere con loro, che sono i Dj’s From Mars, e questo è quello che mi hanno raccontato…
– Ciao ragazzi, benvenuti! Ricordo come fosse ieri quando mi arrivò il promo di “Non Dormo Più”, vostro primo singolo del 2003 su Bliss Corporation. Ne è passata di…dance sotto i ponti e ne avete fatta di strada!
Ciao Luca e grazie per lo spazio! Questo ricordo è veramente da intenditore! Quasi lo avevamo rimosso addirittura noi ahahaha! Comunque si sono passati quasi 20 anni da quella release e ne sono successe veramente di tutti i colori. Onestamente non rimpiangiamo quel periodo, anzi siamo contenti di essere riusciti ad evolvere il progetto e tenerlo ancora “fresco” dopo così tanto tempo….tanti artisti sono nati dopo e finiti prima. Forse la maschera ci dona longevità.
– Come è avvenuta la vostra unione per questo progetto che vi accomuna ancora oggi?
Come sai, alla Bliss si lavorava a vari progetti one shot, eravamo una quindicina di produttori e collaboravamo continuamente gli uni con gli altri…raramente però c’erano veri riscontri. Tra tanti alti e bassi, molti fallimenti, nel 2009 decidiamo di seguire questo progetto non più nel vecchio modus operandi della dance (dischi usa e getta) ma cercando un approccio che all’epoca era più legato al mondo del pop: quindi un’immagine ben definita, la cura personale dei social (all’epoca ancora MySpace!!) la promozione mirata delle tracce, e l’idea “extra”: i mash-up. Questo ci consentiva di essere una presenza costante per tutti i dj che iniziavano a seguirci: non più un disco ogni 5-6 mesi, ma un nuovo mash-up ogni settimana…sicuramente possiamo adesso dire che ha funzionato, e questa è una costante del progetto: oltre alla qualità (almeno, ci proviamo!!) puntiamo anche molto sulla quantità. Lavoriamo da lunedì a venerdì tutto il giorno in studio per poi partire per le serate nel weekend, e questo fatto di avere molta carne al fuoco costantemente ci ha forse permesso di durare così a lungo.
– Fate parte della categoria di dj “mascherati”, cosa che vi ha reso decisamente riconoscibili come look. Quanto conta oggi questo tipo di immagine, oltre alla musica, che vi rende così particolari?
L’immagine ormai è veramente importante (forse troppo). Paradossalmente la nostra idea iniziale era proprio quella di non avere un’immagine, usando questi volti anonimi, che però sono diventati il nostro marchio di fabbrica! È ormai fondamentale mostrarsi sui social, la gente vuole sapere cosa fai ogni giorno oltre che ascoltare la tua musica. Questa è una dimensione che non ci appartiene moltissimo ma che dobbiamo imparare a usare per restare in contatto coi fan, specialmente i più giovani, che nascono ormai con queste dinamiche “social” nel dna…. fortunatamente e casualmente la nostra scelta di usare le maschere si è rivelata vincente perché riusciamo comunque a mantenere una vita privata “protetta”.
– Un’altra caratteristica che vi rende unici sono ovviamente i vostri mashup, sempre incredibili. Come nascono le idee per i vostri incastri musicali?
A volte per caso, sentiamo un pezzo nuovo e in due secondi parte la frase “qua ci starebbe bene questo!” A volte invece vogliamo mashuppare un vocal e il lavoro di ricerca può essere lungo giorni. Quello che cerchiamo di fare sempre è cercare incastri insoliti: diciamo che la nuova hit di David Guetta mashuppata con la nuova hit di Tiesto la fanno tutti. Non a tutti invece verrebbe in mente di campionare i Linkin Park e usare Eric Prydz come base. Questa è la ricetta che cerchiamo di usare sempre, al di là del sound del momento, un mash-up deve prima di tutto stupire chi lo ascolta.
– A proposito di mashup, non credete che forse ci sia un po’ di saturazione per quanto riguarda questo tipo di lavori, fatti da molti magari con un po’ di superficialità?
Questo si collega al discorso di prima. Molti fanno il mash-up più banale in pochi minuti, giusto per farlo e dire al mondo “ecco il mio nuovo mash-up!” Ma ovviamente quando un’idea è banale, la stessa idea la stanno avendo mille altre persone. Quindi dopo ogni release di rilievo escono subito 1000 mash-up non molto interessanti. Alcuni fuori tonalità. Questa quantità senza qualità chiaramente raffredda l’interesse su questo fenomeno che inizia a risultare scontato. Per questo spingiamo i giovani producer a sforzarsi, a non fermarsi alla prima idea, a conoscere la musica, ad alzare l’asticella…ne giova tutta la scena, e ovviamente anche ogni singolo produttore avrà più riscontri facendo cose più ricercate. Quando ogni cosa diventa semplice da fare con poco sforzo e funziona, finisce sempre per stancare. È successo lo stesso con la italo-dance, con la dubstep, con la big room…quando un suono diventa una formula, è vicino alla fine.
– Siete anche remixer molto quotati, come testimonia il vostro ultimo lavoro per i Black Eyed Peas. Forse però vi è mancata la hit mondiale a vostro nome per spiccare totalmente il volo a livello discografico, siete d’accordo?
Certamente siamo d’accordo e ci stiamo provando!!! D’altra parte però non aver mai avuto una hit gigantesca non ci ha portati ad avere il down fisiologico che viene dopo, molti progetti sono stati fagocitati dalla loro stessa hit, noi siamo rimasti più costanti, mai famosissimi ma mai finiti! Chiaramente stiamo guardando il bicchiere mezzo pieno perché una hit la vorremmo fare!
– Che effetto fa essere tra i “pupilli” di David Guetta?
È veramente assurdo, pensa che da dj resident nei primi 2000 suonavamo tutte le sue tracce, era un punto di riferimento. Conoscerlo la prima volta è stato come guardare un film! Ora collaboriamo costantemente anche su dei mash-up per i suoi set, ed è la persona più umile del mondo, oltre ad essere un vero “workaholic” come ne abbiamo visti pochi…forse addirittura più di Gabry! E i risultati, è evidente, sono sotto gli occhi di tutti.
– Come vedete la scena dance attuale, italiana e mondiale?
Ormai la dance è un vero genere musicale con la sua storia, come il jazz il rock o l’hip hop. Siamo contenti perché quando iniziammo era visto come il genere di chi non sapeva suonare, di chi voleva solo fare festa, non aveva una dignità come oggi. Anche alcuni produttori discografici la lavoravano come una sforna soldi facile, questo va detto. Ora dopo anni e dopo gente come Daft Punk, Deadmau5, Avicii, David Guetta, e così via, ha finalmente il posto che si merita nel panorama musicale mondiale. E la scena italiana, che dire, lo sappiamo tutti: tantissimi talenti, purtroppo sempre troppo isolati e “slegati” tra loro, e quindi non si crea mai una scena forte come quella olandese o svedese…è un peccato sicuramente ma ormai pensiamo sia nel nostro dna. Speriamo che le nuove generazioni cambino direzione.
– Quali sono i vostri prossimi progetti, tra serate e produzioni discografiche?
Allora sicuramente un bel remixone ufficiale in arrivo (no spoiler ) e poi sicuramente tanti mashup come sempre, e cercheremo di aumentare la produzione di originali così finalmente forse a 90 anni faremo anche noi la fatidica HIT! Tanto le scatole non invecchiano mai.
– Direi che è stata una bella chiacchierata…grazie mille e buon ritorno su Marte
Grazie a te Luca, a presto!!
Luca “Lukagee” Giampetruzzi
Tags: INTERVISTA, INTERVISTA DJ'S FROM MARS LUKAGEE, RADIO EMOTIONS, RADIO EMOTIONS MAGAZINE, WEB RADIO.
Written by LUKAGEE
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