Avere solo 25 anni ed essere arrivati a pubblicare già il secondo album deve essere di sicuro una grande soddisfazione per Valentin Brunel, il ragazzo di Tolone meglio conosciuto come Kungs, che da diversi anni si è imposto sulla scena dance europea con una numerosa serie di hit.
D’altronde anche il suo esordio, nel 2016, era stato clamoroso, con il brano “This Girl“, realizzato insieme agli australiani Cookin’ On 3 Burners, diventato subito uno dei dischi più suonati dell’anno e che, ad oggi, ha totalizzato ben 891 milioni di streaming solo su Spotify.
Il suono, allora, strizzava l’occhio alla house, quella più mainstream e radiofonica (e forse anche un po’ french-touch), mentre a partire da “Never Going Home“, cantata da Martin Solveig e prodotta insieme all’italiano Mind Enterprises, la linea di demarcazione è stata netta e si è andata ad intersecare con una pop-dance dalle chiare influenze anni ottanta e nello specifico italo-disco, grazie anche alla collaborazione con uno dei nomi più “cool” della musica elettronica mondiale, un genio che risponde al nome di Alexander Ridha, meglio conosciuto come Boys Noize.
“Lipstick” e “Clap Your Hands” hanno fatto, e stanno facendo, il resto. Proprio quest’ultima va a ripescare un disco del 1983 prodotto in Italia, “Happy Song” della Baby’s Gang, poi portato al successo l’anno seguente con una cover dei noti Boney M.
Una vera e propria operazione revival quindi, ma con groove moderni, che sfocia nell’album appena uscito, intitolato “Club Azur“, dal nome del club “virtuale” creato da Kungs nel periodo di lockdown e composto da undici pezzi.
Non solo le hit radiofoniche già citate, ma anche tracce più club come “Fashion“, “Lullaby” e “Without You“, con il duo americano Good Times Ahead, oltre a “People“, che vede il featuring dei The Knocks e “Quanto Tempo“, con una parte vocale in italiano che rimarca, semmai ce ne fosse bisogno, che l’enfant prodige della dance francese ha sposato in pieno il credo musicale che ha reso famosa la nostra nazione negli anni ottanta, anche più di quel Purple Disco Machine che è stato il primo a rendere di nuovo vincenti quei suoni così affascinanti e ballabili, anche a distanza di quasi quaranta anni. In una sua recente intervista ha dichiarato inoltre di apprezzare tantissimo i The Bloody Beetroots e i Meduza.
Davvero niente male per un ragazzo nato nel 1996, che di sicuro continuerà a far parlare di sé e (soprattutto) a farci ballare, nei prossimi anni.
Luca “Lukagee” Giampetruzzi
Written by LUKAGEE
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