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MAGAZINERECENSIONI

LUFTHAUS | NUOVO PROGETTO E NUOVO ALBUM PER ROBBIE WILLIAMS

Redazione | 23/10/2023

Tutti quanti noi conosciamo bene la star del Pop Robbie Williams e anche chi non lo segue come artista avrà sicuramente avuto modo di ascoltare, almeno una volta alla radio e in tv, le sue hit di maggiore successo.

Inizialmente membro del gruppo Take That, si è poi brillantemente imposto come solista. Nel corso degli anni, grazie al grande successo mondiale ottenuto con i suoi singoli ed i suoi album registrati in studio, ha assunto un ruolo molto importante nel panorama del Pop contemporaneo.

Oggi siamo qui per parlarvi del suo nuovo gruppo chiamato Lufthaus: un progetto incentrato tutto sulla musica dance elettronica. Di sicuro sentire Robbie Williams cimentarsi con questo tipo di sonorità è molto insolito, anche se, già in passato, con il suo settimo album da solista “Rudebox”, uno dei suoi dischi di maggiore successo, ha avuto modo di unire la musica dance con il pop, mantenendo comunque il suo riconoscibile stile.

Qui però ci troviamo di fronte ad una vera e propria evoluzione artistica, ad un deciso cambio di rotta.

Per comprendere meglio questo suo nuovo progetto artistico dobbiamo dimenticarci del tutto della musica che ci ha proposto fino ad oggi. Avete presente brani come “Angel”, “She’s The One” ma anche canzoni della sua discografica più recente come “Candy” o “Love My Life”?

Ecco, qui non troverete assolutamente nulla di tutto ciò!

Il suo nuovo gruppo Lufthaus è un progetto incentrato interamente su sonorità da club che si distacca completamente dalla musica moderna. Attraverso questa nuova band Robbie Williams non intende semplicemente evolversi come artista, ma ha intenzione di portare una ventata d’aria fresca nella musica Dance. Ciò trova conferma in una sua dichiarazione dove spiega che i Lufthaus intendono offrire al pubblico la loro propria personale visione artistica sul tema della musica elettronica.

In sostanza non stiamo parlando di una semplice band di musica dance, ma di un gruppo che vuole portare delle novità in questo genere musicale creando uno stile tutto proprio. Adesso che abbiamo compreso qual è la direzione artistica che questo nuovo gruppo, con Robbie Williams come frontman, intende percorrere, andiamo ad analizzare, brano dopo brano, quello che ci viene proposto nel loro album di debutto “Visions, Volume 1”.

1. Sway (4:01) = la traccia d’apertura è un brano tech house dalle sonorità molto dark ed elettroniche da club che mette subito in evidenza il percorso evolutivo che Robbie Williams intende percorrere con questo suo nuovo progetto. Per comprendere meglio questo progetto è necessario partire dalla premessa che la musica elettronica non necessita per forza di una buona interpretazione vocale. Ed Infatti, in tutti i brani dell’album a dominare sono le basi musicali rispetto alla pur sempre ottima interpretazione vocale della superstar britannica che non si esprime al massimo delle sue capacità ma rimane sempre su tonalità basse.

2. Sunlight (3:50) = C’è subito un cambio di sonorità con la seconda traccia. Dai suoni dark passiamo ad un brano dagli arrangiamenti decisamente melodici. Forse questo, insieme ad un’altra traccia che troveremo in seguito, è il pezzo più “mainstream” dell’album ma anche uno tra i più interessanti. Da sottolineare, la voce di Robbie Williams, che nella prima strofa, si propone molto diversa dal suo solito modo di cantare: un’interpretazione nasale dove il suo timbro risulta irriconoscibile.

3. Immortal (3:31) = La terza traccia è realizzata in collaborazione con Sophie Ellis-Bextor, cantautrice inglese che ha prestato la sua voce anche in un pezzo di Bob Sinclar. A mio modesto parere, questo è il brano più riuscito dell’album perché riesce a fondere, in un giusto compromesso, lo stile dark con uno più melodico, già anticipato nella traccia precedente.

4. Alcohol (3:23) = Se pensavate che questo disco fosse tutto incentrato sulla tech house, con questa traccia verrete subito smentiti! Ci troviamo di fronte ad un brano dalle sonorità decisamente house e ciò ci permette di comprendere che Robbie Williams, insieme a questo nuovo gruppo, non ha solo deciso di evolversi come artista ma intende sperimentare sonorità elettroniche senza però fossilizzarsi in un unico sottogenere. Di sicuro è abbastanza insolito sentire un brano house da parte sua, ma è proprio il suo uscire dalla sua comfort zone la formula vincente di questo suo nuovissimo progetto musicale.

5. Unlovable (4:02) = Già proposta un paio di mesi fa come singolo, la canzone è un pezzo dance con uno stile che s’ispira alla musica prodotta dai Meduza, ma allo stesso momento risulta avere una struttura meno “mainstream” e più articolata, con suoni tendenti verso l’Elettronica. La prima volta che avevo ascoltato questo pezzo stentavo a credere che si trattasse di una canzone di Robbie Williams. La traccia funziona e io, onestamente, ero curioso di capire dove l’artista volesse andare a parare con questo suo nuovo progetto di gruppo. Nonostante le mie forti perplessità iniziali, trovo sia un gruppo interessante, da approfondire meglio.

6. Ringo (2:36) = Non tutto è riuscito alla perfezione in questo loro primo album in studio.

Questa traccia, la più breve dell’album, non mi ha convinto. Si tratta di un pezzo prevalentemente strumentale con una buona base musicale di partenza in cui, per tutta la durata del brano, viene ripetuta un’unica frase. La canzone risulta monotona e poco accattivante.

7. Bon Vivant Redux (4:24) = Uno dei pezzi che più si distingue. Un brano elettronico con delle melodie più allegre rispetto a quanto proposto nei brani precedenti che si mescolano con sonorità dark un po’ inquietanti. Questa potrebbe diventare una hit “mainstream” se venisse realizzata una Radio Edit. Cari Lufthaus, realizzate una versione di 2 o 3 minuti di questo brano ed il successo è quasi assicurato.

8. To The Light (4:22) = Si torna a delle sonorità oscure con questa traccia dove l’ottima interpretazione vocale di Robbie Williams si mescola alla perfezione con una base musicale che si rifà un pò alla musica dei CamelPhat. Un accom-pagnamento che può sembrare statico, se non fosse per le grosse differenze presenti tra strofe e ritornello, ma che in realtà presenta delle piccole variazioni ritmiche che rendono questo pezzo molto interessante.

9. Mason’s Daughter (4:34) = Un pezzo tech house dove, secondo me, è stato preso un sample dal brano “Black Magic” di Hardwell. Se è stata veramente presa una piccola parte dal brano citato allora è molto interessante il modo in cui è stato usato: il sample in questo caso non fa da melodia principale – anzi passa quasi del tutto in sordina – limitandosi a realizzare una sorta di arrangiamento aggiuntivo al pezzo. Qui a dominare sono le sonorità elettroniche ed una ritmica molto dark. Da notare anche il cambio di arrangiamento dopo il secondo ritornello, con l’utilizzo di sintetizzatori che conferiscono un valore aggiuntivo al pezzo creando un bridge più d’atmosfera che sembra voglia portare la canzone in un’altra direzione. Sicuramente uno dei brani più complessi, interessanti e riusciti dell’album.

10. Soul Seekers (3:42) = Il disco si chiude con un brano più rilassante con un’introduzione composta da arrangiamenti che ricordano la musica New Age, presente anche nelle strofe e nei ritornelli ma, già dal primo ritornello, vanno subito in contrasto con ritmiche House molto soft. Brano ideale per atmosfere rilassate, un ottimo sottofondo musicale mentre si gusta un buon aperitivo; non aggiunge nulla di nuovo nel panorama musicale moderno ma chiude l’album dignitosamente.

Leonardo Marchese

 

Written by Redazione





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